VLADIMIR BUKOVSKIJ

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VLADIMIR BUKOVSKIJ

SEMËN GLUZMAN

 

GUIDA PSICHIATRICA PER DISSIDENTI

con esempi pratici e una lettera dal Gulag

 

Oggi sono ormai numerosi i casi noti di dissidenti sovietici dichiarati malati mentali, e si ha ragione di temere purtroppo una pratica ancora più diffusa di tale metodo. Non è difficile spiegarsene i motivi. Perché, come metodo, è molto comodo dal punto di vista del potere: gli permette di privare qualcuno della libertà per un periodo di tempo indeterminato, di metterlo in isolamento strettissimo, di usare mezzi psico-farmacologici di “rieducazione”.

        In più: ostacola la lotta per la pubblicità dei processi e la liberazione degli imputati, poiché anche una persona obbiettiva, che però non conosca il “malato” in questione, avrà sempre qualche dubbio sulla sua integrità mentale. Infine, questo modo di persecuzione toglie alle proprie vittime anche i pochi diritti che sono riconosciuti ai detenuti, permette di screditare le idee e il comportamento dei dissidenti ecc.

        Ancora un altro fatto, non meno importante. I dissidenti, solitamente preparati benissimo dal punto di vista giuridico così da potersi difendere in istruzione e al processo, e non lasciare passare irregolarità nell’inchiesta, si sono ritrovati del tutto sprovveduti di fronte a uno psichiatra qualificato, che ha ricevuto dall’alto la direttiva di dichiararli non-responsabili, dunque non imputabili.

        Questo ha provocato, come era inevitabile, nuovo terrore e confusione nell’ambiente dei dissidenti, ed è stato causa di alcuni inattesi “pentimenti” e ritrattazioni davanti a cui ci siamo trovati d’improvviso in questi ultimi tempi. Il terrore della persecuzione, che era stato già disperso da una buona conoscenza delle legge e dalla capacità di farla applicare, è ricomparso davanti alla psichiatria usata in giudizio. Abbiamo visto diffondersi un senso di fatalità, come se non fosse possibile lottare contro una persecuzione di tal genere.

        Perciò si è reso necessario riunire in un unico libretto l’esperienza derivante da numerose perizie e i principi di base della teoria psichiatrica: quanto era necessario per sapersi comportare nel modo più adatto, cioè per offrire soltanto minimi pretesti quando vogliono fare dichiarare non-responsabile chi è sottoposto a perizia. Gli autori del libretto –un ex “malato di mente” e un ex psichiatra- sperano che la loro esperienza personale e le loro nozioni professionali renderanno questa guida psichiatrica utile allo scopo che si è prefissa.

        Il libretto non pretende affatto di essere un’analisi esauriente dei problemi posti dalla scienza psichiatrica: anzi, alcune parti sono state rese semplici il più possibile, proprio perché esso è destinato a un pubblico molto vario.

 

[Vladimir Bukovskij e Semën Gluzman, Guida psichiatrica per dissidenti, con esempi pratici e una lettera dal Gulag; Ed. L’Erba Voglio, 1979]

 

 


 

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